Armida, Come gli uccelli del cielo, 30 gennaio 2014

Riceviamo e pubblichiamo questa poesia scritta dalla signora Armida dopo aver ascoltato un intervento di Dagmawi Yimer a Verona, nel corso di un seminario tenuto da Don Marco Campedelli, e dopo aver visto il film a Sant’Ambrogio Valpolicella: “Ciao Dag, Il tuo film mi è piaciuto moltissimo. In bocca al lupo per il tuo lavoro”.

Un nemico invisibile spinge a partire
INGIUSTIZIA REPRESSIONE
niente valigie, un fagotto di speranze e di sogni
e via si parte
senza pensare
se si pensa non si parte più

Sei un uomo che viaggia sulla terra, attraverso il deserto
La vita è dura
come pietra
e scotta
come il riso
che ti buttano e non riesci a prendere

eppure sei un uomo che viaggia sulla terra,sul mare
LAMPEDUSA……. TRAPANI………. ROMA……
La telecamera è la tua voce
racconti storie, non solo la tua, non vuoi dimenticare

l’equilibrio è un canto
l’equilibrio è un baobab nel centro di Milano
l’equilibrio è Dio pregato ogni giorno
l’equilibrio è la casa dove si dorme ogni notte
l’equilibrio è un racconto

racconto di speranza
di ingenuità
di dolcezza
racconto di volti morbidi
prima che la vita li indurisca

racconto di verità
raccogli sofferenze
dolore
paure
anche di chi hai lasciato in Etiopia
non racconti cronache
ma ferite
interne
invisibili

non ti spaventa cosa sarai
cosa mangerai
come gli uccelli del cielo

il tuo volo è speranza
il tuo racconto compassione

Un commento a Armida, Come gli uccelli del cielo, 30 gennaio 2014

  • Pietro Romani  dice:

    L’uomo etemo migratore, eterno oggetto di disarmonia tra popoli ignari l’uno degl’altra eterni conservatori di tesoro inestimabili chiamati cultura e tradizioni che si porta dietro come zavorra di infinita esperienza in contrasto con la tolleranza delle proprie diversità !!!!

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