Discorsi da bagno pubblico, un post di Dagmawi Yimer, 17 gennaio

Riprendiamo e rilanciamo sul sito il nuovo post pubblicato da Dagmawi Yimer sulla pagina FB di Va’ Pensiero.

https://www.facebook.com/pages/Va-pensiero-Storie-ambulanti/243700039139198

Quando vivevo in Etiopia ricordo bene i bagni delle scuole superiori: gli studenti si sfogavano contro gli insegnati antipatici, cattivi, severi. Invece nelle Università il discorso era già diverso, i bagni erano pieni di scritte politiche contro la dittatura, gli arresti, la divisione etnica…
Quelli erano gli unici luoghi veri dove potevi manifestare senza paura il tuo dissenso (oltre agli stadi). I bagni sono i luoghi di espressione più intimi e riservati. Per esempio nel maggio 2011 ho partecipato a una trasmissione rai in via Ettore Romagnoli,30 e sulla porta del bagno dei maschi c’era scritto “che vinca o che perda Berlusconi è merda, bella Silvio te manca solo de chiude la Rai… Alitalia l’hai fatta e 3000 famiglie so’ fottute, e la gente de merda ancora te viene dietro… prova con paradiso con Dio se ce riesce… nzesamai’…’ Ovviamente l’avrà scritta un dipendente della Rai.
Anni fa, da quando ho cominciato a usarli spesso ad esempio nelle stazioni, ho iniziato ad osservare le scritte soffermandomi su quelle che riguardano l’aspetto politico e sociale del paese e tralasciando gli altri tipi di espressione… Ultimamente tuttavia mi sto rendendo conto che ormai il bagno pubblico sta perdendo la sua specificità di luogo dove ognuno può esprimere (non visto) tutte le stronzate immaginabili. Quelle scritte così intime, offensive, demagogiche, molte volte banali hanno trovato un angolo di espressione pubblica, alla luce del sole, una specie di Hyde Park non circoscritto ad un luogo specifico ma itinerante in tutta Italia, ad esempio dentro i parlamenti. Credo che certi personaggi pubblici, prima di parlare, abbiano attivato anche loro una ricerca sulle scritte nei bagni per sentire la pancia del popolo. Ogni giorno vedo e sento in TV e sui giornali tanta gente diversa pronunciare frasi orribili come fossero le scritte sulle pareti dei bagni pubblici…
Immaginate la persona che, anni fa, in una stazione a caso, diciamo Treviso, ha scritto: “dovremmo vestire da leprotti i clandestini per fare esercitare le doppiette dei cacciatori ”. Immaginiamo la sua soddisfazione quando la sente materializzarsi in un discorso pubblico e ricorda subito dove, quando e come l’ha scritta (a differenza dell’oratore/portatore che non ricorda più dove l’ha pronunciata)… Ricorda bene il bagno, si rivede ancora con la cintura slacciata, infastidito dal water a sensore che sgancia acqua ad ogni minima mossa del corpo. Rivede il pennarello nero portato apposta in caso di bisogno, in modo da esser sicuro che la sua bella pensata risalti sotto l’affermazione di quei comunisti che con un pennarello rosso sangue hanno scritto: ‘l’acqua bene comune…’
Ecco, immaginate quest’uomo che, ascoltando la televisione, dice stupito: ”ma… questa battuta l’ho cagata io!”. Così per lui i bagni pubblici diventano meno sicuri e intimi. Perdono la funzione di terreno di battaglia implicito per utenti di estrema sinistra ed estrema destra. Così inizia ad essere più prudente, a non svendere l’invendibile. E dal momento che riesce a ispirarsi solo nei bagni pubblici ora al posto del pennarello porta il suo tablet o telefonino per poter scrivere e condividere in diretta il suo pensiero sul social network. I commenti sotto il suo post sono un continuo arricchimento del suo escremento iniziale, prodotti da altri amici come lui seduti sul water con il loro strumento in mano… e poi tradotti e riarticolati sui giornali nazionali per essere vendibili. Un ciclo di escrementi e fertilizzanti per coltivare bruttezza e non bellezza.
Lasciamo da parte ora le mie fantasie sulla fine dei bagni pubblici come sublimi e unici spazi di espressione… Ovviamente parlo solo dei bagni dei maschi, anche se ho chiesto una volta ad un amica di aiutarmi a raccogliere le scritte nei bagni delle donne. Mi interessa conoscere la vostra impressione su questo tema… Soprattutto sono curioso di sapere cosa si legge nel bagno delle donne? Cosa scrivono a proposito dei migranti? E scrivono al femminile oppure al maschile? ”Gli immigrati li bruciamo tutti” o ”le immigrate le bruciamo tutte”? ”Negro di merda” o ”negra di merda”? E’ solo una manifestazione del genere maschile? E allora quelle donne che ricoprono cariche istituzionali e talvolta fanno discorsi da bagno pubblico… vuol dire che frequentano la bacheca dei bagni maschili? Commentate.

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