26 febbraio, cinema Anteo di Milano: 350 spettatori sfidano la grandinata tropi-epocale per vedere Va’ Pensiero. Prima che tutto abbia inizio una signora ha un malore. “Un medico, un medico”, urla Pap Khouma, autore 24 anni fa di “Io, venditore di elefanti”, prima narrazione autobiografica sulla migrazione scritta a quattro mani con Oreste Pivetta, anch’egli in sala insieme a Pietro Veronese e Maria Nadotti. Dalle retrovie arriva trafelato Kossi A Komla-Ebri, brillante scrittore (“Imbarazzismi”) e ancor prima dottore. “Volevo fare ginecologia”, dirà dopo aver aiutato la signora a rimettersi in piedi, “ma i professori mi dissuasero… nero come sei spaventeresti le pazienti. Allora ho deciso di fare chirurgia, lì non c’è pericolo… mentre io lavoro loro dormono”. Parte il film, salutato alla fine da grandi applausi. E sul palco arriva anche il sindaco Giuliano Pisapia. Ha parole di elogio: “questo film dovrebbe essere distribuito in tutte le scuole di Milano”. E poi, rivolgendosi a Mohamed Ba, gli chiede scusa a nome della città. Immagini per gentile concessione di Giulia Virgara, Istituto italiano di Fotografia
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